Le elezioni presidenziali in Messico del 1920 si tennero il 5 settembre e videro la schiacciante vittoria del generale Álvaro Obregón, ex comandante dell'Esercito costituzionale messicano durante la appena conclusa, (almeno de iure), rivoluzione messicana, da cui era uscito vincitore indiscusso e leader della fazione costituzionalista.

Contesto storico

Nel 1920 si ebbe la conclusione della rivoluzione messicana con il consolidamento del potere costituzionalista. Venustiano Carranza, presidente, riconosciuto come tale dagli Stati Uniti d'America, e capo di tale fazione, voleva riportare la disperata situazione nazionale alla normalità, candidando come presidente Ignacio Bonillas, civile, ex ambasciatore negli USA e affermando che: "Nessun militare sarà Presidente della Repubblica". Tale decisione non fu ben accolta da Álvaro Obregón, suo braccio destro e principale alleato, che, insieme agli altri generali del vecchio esercito costituzionale rivoluzionario, gli si ribellò e iniziò la Ribellione di Agua Prieta, terminata con l'uccisione di Carranza a Tlaxcalantongo (Puebla) per ordine dello stesso Obregón, che aspirava a diventare nuovo presidente.

Fu istituita quindi una giunta nazionale con Adolfo de la Huerta, militare, come presidente ad interim e all'elezione presidenziale il 5 settembre, ritenuta antidemocratica e con brogli elettorali, Obregón stravinse e si inaugurò presidente. Il presidente de la Huerta gli cedette tutti i poteri.

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