La cattedrale di Santo Stefano è stata la prima chiesa cattedrale della città di Ancona.
Storia
Lo storico Carisio Ciavarini, dal maggio 1876 Ispettore degli scavi e dei monumenti del Regio Commissariato per i Musei e Scavi di Antichità per l'Emilia e le Marche, riferisce la tradizione secondo la quale, durante il periodo in cui si cominciava a diffondere il Cristianesimo, circa verso il III secolo d.C., il culto cristiano venne introdotto in Ancona da un marinaio custode di una pietra raccolta dalla lapidazione del primo martire Santo Stefano, a cui fu dedicata una chiesa sull'omonimo colle, il Colle Santo Stefano, fuori dalle mura cittadine.
Lo storico anconetano Vincenzo Pirani afferma che:
La collocazione di detta cattedrale viene indicata perlopiù dai testi storici sul colle Astagno di Ancona, nella parte orientale.
Il Pirani contesta infatti la tradizionale collocazione della basilica, poi cattedrale di Santo Stefano, sul colle Astagno di Ancona:
Venne distrutta dopo l'assedio di Federico Barbarossa nel 1174.
Il religioso Giuseppe Cappelletti nel suo “Le Chiese d'Italia dalla loro origine sino ai giorni nostri – opera di Giuseppe Cappelletti Prete veneziano” conferma la versione storica secondo la quale la cattedrale di Santo Stefano non fu distrutta né dai Saraceni né dagli Ostrogoti.
Egli aggiunge anche che durante l'assedio dei saraceni le spoglie dei santi protettori furono miracolosamente preservate e collocate nella seconda cattedrale di San Lorenzo, sulla cima del Guasco. Rimase però la Cattedrale di Santo Stefano come cattedrale cittadina.
Note




